Rispetto, ascolto, attenzione e partecipazione del lavoratore devono diventare una priorità dell’intera organizzazione. Un paio di considerazioni.
Durante l’interessante assemblea Confapi del 4 maggio che ha visto la conferma del Presidente Zecchinel, si è parlato, tra le altre cose, di attrattività del luogo di lavoro, del valore della persona e del capitale umano.
Le conclusioni di uno studio che è stato presentato dimostravano come l’attenzione dei lavoratori nella ricerca e nel mantenimento del posto di lavoro si sta spostando sulla qualità della vita e sul benessere nel posto di lavoro piuttosto che sulla sola ricompensa economica.
Questa direzione è il risultato di un cambiamento, di una evoluzione nel pensiero delle persone e di una nuova valutazione delle priorità.
Un paio di considerazioni:
Primo. Il concetto si può riassumere con: esiste una evoluzione e un cambiamento spontaneo e naturale quando diventa prioritario rispondere a dei bisogni e a dei valori. E la conseguenza è un cambiamento a livello globale, sociale, di tutto il “mondo lavoro”.
Seconda considerazione: nel Forum Inail Veneto, i relatori sono arrivati più volte alla conclusione che occuparsi di sicurezza e occuparsi di prevenzione in qualsiasi organizzazione vuol dire occuparsi delle persone che ci lavorano dentro. E che per parlare delle persone dobbiamo parlare delle emozioni che coinvolgono le persone. Perché sono le emozioni che determinano il pensiero sicuro o meno, il comportamento sicuro o meno del lavoratore.
Questi due concetti portano ad un’azione chiara da intraprendere. Perché probabilmente bisogna lavorare sul contesto in cui lavoratore lavora e non sulla cultura del singolo lavoratore. Probabilmente è sbagliato insistere e agire direttamente sul singolo lavoratore affinché rispetti la normativa o affinché non commetta errori e cambi il suo comportamento.
Possiamo fare tutta la formazione che vogliamo, possiamo procedere con attività ispettive e sanzioni, possiamo costruire obblighi e labirinti normativi, ma fino a quando rispetto, ascolto, attenzione e partecipazione del lavoratore non diventeranno una priorità dell’intera organizzazione, difficilmente si riuscirà ad ottenere un cambiamento di pensiero e comportamento sicuro e di prevenzione da parte delle persone.
Il 12 maggio è una giornata in cui viene presentato un contesto che facilita la cultura della sicurezza nelle organizzazioni. Proponiamo un terreno in cui possano germogliare emozioni, confronti e esperienze che possono iniziare ad un atteggiamento di prevenzione e di tutela delle persone, della società e di tutto quello che sta attorno.