La sicurezza è fatta di persone ed è fatta per le persone.
Gli aspetti che legano le persone e gli aspetti normativi, sono i valori, come elemento imprescindibile per costruire un sistema che deve garantire salute e sicurezza e una crescita in tutti gli aspetti della vita (lavorativa ed extra lavorativa). Questi non sono obblighi di legge, ma prima di tutto comportamenti proattivi da parte di ogni soggetto. E dovrebbero essere attivati in ogni persona già prima dell’accesso nel mondo lavorativo.
Quel “processo educativo” può cominciare dalle attività infantili, con le metodologie adatte e con un sistema di comunicazione adeguato, ma dobbiamo arrivare ad avere imprenditori, lavoratori, dirigenti, insegnanti, persone, cittadini nella loro globalità che arrivino ad avere un livello di prevenzione uniforme e diffuso. Questo passaggio è un passaggio strutturale che deve avere una motivazione forte, che si ricerca nella definizione che ognuno di noi ha di cultura della sicurezza.
Non esiste una definizione ufficiale della cultura della sicurezza, tanto richiamata dopo un evento tragico, quando è necessario pensare a quello che è accaduto: la possiamo intendere la modalità con la quale l’impresa o l’azienda affronta il problema della sicurezza sul lavoro. È quell’insieme di convinzioni, atteggiamenti, modi di fare, valori che sono condivisi da tutti gli attori che costituiscono l’azienda. Sostanzialmente è il modo in cui quell’azienda fa sicurezza, ed è quindi diversa da azienda a azienda.
Se non vogliamo che la cultura della sicurezza resti un’immagine fantomatica, dobbiamo dire chiaramente che la cultura non è alternativa alle regole, ma è l’imprescindibile fondamento delle regole e delle sanzioni, cioè: le regole e le sanzioni sono gli strumenti che servono la cultura della prevenzione di una società intera, non di una singola impresa.
Cosa può aiutare concretamente a far cambiare il comportamento delle imprese?
Per svolgere formazione efficace all’interno di un percorso educativo, è necessario cambino gli atteggiamenti delle persone e intervenire sulle motivazioni delle persone. Alla fine della formazione, i lavoratori devono essere intimamente convinti ad agire in modalità differenti da come facevano prima, dopo che gli è stato insegnato qual è il comportamento sicuro.
Una componente che rallenta questo processo è la distanza tra chi il percorso educativo lo elabora e mette in atto e chi quotidianamente svolge l’attività lavorativa. È necessario ridurre questa distanza attraverso due ingredienti: leadership (persona che sa ascoltare) e partecipazione (piramide rovesciata: dall’esperienza quotidiana nei luoghi di lavoro deve fare discendere tutte le azioni possibili di miglioramento e inclusione).
Lavorando sulla leadership non stai migliorando solo la sicurezza. Quando un preposto è un vero leader, migliora l’intera produttività. Perché un leader è una persona che non ha comportamenti incoerenti, è la persona che dà l’esempio e propone comportamenti sui quali lui stesso deve andare a vigilare.
E per voi, cosa è la cultura della sicurezza?
Marco Inverso è intervenuto nella trasmissione televisiva “Prima Edizione” di ANTENNATRE Tv dello scorso 22 febbraio, ospite della giornalista Anna De Roberto, per discutere di sicurezza nei luoghi di lavoro.
“[…] è indispensabile intraprendere un percorso che porti ad une vera e propria cultura della sicurezza, poiché la formazione e i controlli degli enti preposti non sono sufficienti per ridurre malattie ed infortuni sul lavoro.”
A tal proposito, si è poi parlato della necessità di favorire il dialogo e la collaborazione tra enti ispettivi e aziende e di accompagnare quest’ultime nell’adempimento di tutti gli obblighi normativi, spesso onerosi per le PMI meno strutturate. A termine del proficuo confronto tenuto con il Direttore Spisal ULSS1 “Dolomiti” Dott. Gianfranco Albertin e Dario Verdicchio, Segretario confederale della CGIL con delega alla sicurezza, si è ricordato l’impegno di Confapi Venezia su questo tema e l’iniziativa “Armonia in pratica” in programma il prossimo 12 maggio, a Noventa di Piave, nella quale sono invitati enti ispettivi, realtà imprenditoriali e, per la prima volta, anche le scuole.
“Quanto si parla di cultura della sicurezza abbiamo capito che dobbiamo partire dai giovanissimi e quindi dalle scuole. Il tema dell’alternanza scuola-lavoro è un tema di attualità; per integrare i ragazzi in questo processo educativo è necessario investire tempo, risorse e competenze, al fine di introdurli efficacemente nel mondo del lavoro.”