RSPP, Interno o Esterno? Quali sono le differenze?
L’RSPP, acronimo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, è una figura professionale designata dal datore di lavoro, con l’incarico di coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi nel contesto lavorativo. Questa figura ha il compito di analizzare in profondità gli ambienti lavorativi, identificando potenziali fattori di rischio e definendo le azioni preventive e correttive necessarie. Il suo ruolo si estende anche alla formazione e all’informazione dei lavoratori, garantendo che ciascuno di essi sia consapevole dei rischi legati alla propria attività e delle misure di protezione adottate.
La presenza di un RSPP all’interno di un’organizzazione o di un’azienda rappresenta un elemento cardine per garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori, assicurando non solo il rispetto delle normative vigenti in materia di prevenzione e protezione dai rischi, ma anche la creazione di un ambiente di lavoro sicuro e protetto.
Chiariamo subito: le diciture “interno” e “esterno” sono diciture comuni usate impropriamente. Stanno a sintetizzare due concetti:
- interna è se viene incaricata una persona che vive anche a livello operativo l’azienda (lavoratore o legale rappresentante) e nella maggior parte dei casi è RSPP solo di quell’azienda;
- esterna si definisce una figura (prevalentemente un consulente) che prende l’incarico per una serie di aziende e che quindi non prevede la presenza continuativa
Quando il RSPP può essere esterno?
La legge prevede diverse situazioni in cui è possibile, o addirittura necessario, optare per la nomina di un RSPP che non coincida con il legale rappresentante. Questa decisione spesso dipende dalla natura e dalla dimensione dell’organizzazione. Le piccole e medie imprese, ad esempio, potrebbero non avere all’interno del proprio organico una figura con le competenze e la formazione necessarie per ricoprire il ruolo di RSPP. Inoltre, in contesti lavorativi particolarmente complessi o in cui i rischi sono variabili e in continua evoluzione, potrebbe essere opportuno avvalersi di un professionista esterno con una visione più ampia e aggiornata sulle migliori pratiche di prevenzione.
La scelta di un RSPP esterno può anche derivare dalla necessità di avere un punto di vista neutro e imparziale, in grado di valutare la situazione con occhi nuovi, senza essere influenzato da dinamiche interne all’organizzazione.
Chi è e chi può fare l’RSPP esterno?
L’RSPP esterno è un professionista specializzato, esterno all’organizzazione, incaricato di gestire la prevenzione e la protezione dai rischi lavorativi. Questa figura emerge come risultato del D.Lgs. 81/2008, il testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, che ha introdotto la necessità di avere un Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione nelle aziende. Questa figura può provenire da un ente o una società di consulenza specializzata, o potrebbe essere un libero professionista con competenze specifiche in materia di sicurezza sul lavoro.
Per diventare RSPP esterno, come previsto dalla normativa, è fondamentale possedere specifiche competenze e aver frequentato corsi di formazione appropriati in materia di salute e sicurezza sul lavoro, secondo quanto stabilito dallo stesso D.Lgs. 81/2008 e dalle linee guida nazionali. Non basta avere una semplice conoscenza generica; è essenziale essere aggiornati sulle normative vigenti, sulle best practice e sugli strumenti e metodi di valutazione dei rischi.
Quali sono le differenze tra RSPP interno ed esterno?
Le differenze principali tra un RSPP interno e uno esterno, come delineato dal quadro normativo, risiedono, oltre che nella loro posizione all’interno o all’esterno dell’organizzazione, anche nelle responsabilità e nelle dinamiche di lavoro. L’RSPP interno, essendo il titolare o un dipendente dell’azienda, ha una conoscenza approfondita delle dinamiche interne, delle persone e delle procedure esistenti. Questa prossimità può essere un vantaggio, poiché consente una risposta rapida e mirata alle esigenze dell’azienda in conformità con le disposizioni legali. Tuttavia, può anche comportare il rischio di una certa “miopia”, ovvero la difficoltà di vedere problemi o rischi emergenti a causa della familiarità con l’ambiente.
D’altro canto, l’RSPP esterno, non essendo coinvolto nelle dinamiche quotidiane dell’azienda, può avere un punto di vista più neutro e imparziale. Questa distanza può aiutare a identificare rischi o problemi che potrebbero essere trascurati da chi è immerso nella routine quotidiana, assicurando al contempo la conformità alla normativa vigente. Tuttavia, l’RSPP esterno potrebbe necessitare di più tempo per familiarizzare con le specificità dell’ambiente lavorativo e con le persone coinvolte.
In entrambi i casi, sia che si tratti di RSPP interno o esterno, è fondamentale che questa figura abbia una formazione adeguata e sia costantemente aggiornata, per garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori e per rispondere in modo efficace alle esigenze dell’organizzazione nel rispetto delle leggi in vigore.
L’importanza di corsi di formazione appropriati
La formazione gioca un ruolo chiave nella preparazione di un RSPP, sia interno che esterno. È essenziale che questi professionisti siano sempre aggiornati sulle ultime normative, sulle migliori prassi e sulle nuove sfide in materia di sicurezza sul lavoro.
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