Una delle attività lavorative che espone il lavoratore a gravi rischi per la salute è quella che comporta l’utilizzo o la manipolazione di agenti chimici pericolosi. Secondo il D.Lgs. 81/08, il rischio chimico è definito come l'esposizione del lavoratore a sostanze o miscele che possono provocare effetti nocivi sulla salute o sull'ambiente, richiedendo una gestione attenta e consapevole per prevenire incidenti e malattie professionali. Le attrezzature utilizzate devono essere adeguate alla salvaguardia della sicurezza collettiva, come sistemi di ventilazione e cappe aspiranti, oltre alla protezione individuale. Stessa cosa vale per i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), quali maschere filtranti, guanti resistenti a sostanze chimiche e occhiali protettivi, che devono essere conformi alle norme tecniche e utilizzati correttamente dal lavoratore dopo un’adeguata formazione e addestramento. Per quanto riguarda i DPI di terza categoria, essi rappresentano il massimo livello di protezione per la salute dei lavoratori, soprattutto in ambienti ad alto rischio chimico. Tali dispositivi, come autorespiratori, tute a tenuta stagna e sistemi di protezione avanzati, hanno lo scopo di preservare la salute del lavoratore contro danni gravi derivanti dall'esposizione a sostanze tossiche o corrosive. I corsi dedicati al rischio chimico sono fondamentali per formare i lavoratori sull’identificazione e la gestione dei pericoli, sull’uso corretto delle attrezzature e dei DPI, e sulla conoscenza delle schede di sicurezza delle sostanze. Una formazione adeguata contribuisce a garantire un ambiente di lavoro sicuro, riducendo il rischio di incidenti e migliorando la consapevolezza sui pericoli legati al rischio chimico.