La sicurezza è fatta di persone ed è fatta per le persone. Tutti insieme abbiamo la necessità di stare in un processo di collaborazione stretti l’uno all’altro con obiettivi e valori condivisi. Questi non sono obblighi di legge, ma prima di tutto comportamenti proattivi da parte di ogni soggetto.
In un mondo perfetto, che nel divenire spero possa essere il più vicino possibile, l’organo di vigilanza non fa la vigilanza. La vigilanza la facciamo noi stessi… chi fa la vigilanza in casa? La mamma è l’RSPP di casa! L’attività di vigilanza dovrebbe essere un’attività di prevenzione, come la mamma fa nei confronti dei propri figli. Sentiamo cosa ne pensano i partecipanti.. https://youtu.be/_B8kW3iYcgc
Uno degli obiettivi di oggi quello di dimostrare effettivamente che la collaborazione sul campo non sia intesa solo come attività di vigilanza, ma sta anche nella programmazione degli interventi di formazione e incontro con le parti sociali e le aziende del territorio.
L’interesse e la direzione è quella garantire la presenza e vicinanza per affrontare insieme l’attività di prevenzione e promozione, anche durante le ispezioni in tema di lavoro e di salute e sicurezza.
Ecco il pensiero dell’Ing. Bascià dei Vigili del Fuoco di Veneziahttps://youtu.be/PuDP9O2bLKA
La convinzione che l’intervento ispettivo è orientato alla sanzione è il prodotto di una mancanza di cultura. Dobbiamo predisporci al dialogo, sia enti ispettivi che aziende.
E l’articolo 10 del Testo Unico già lo prevede: si parla di assistenza, consulenza, formazione anche da parte degli organi di vigilanza. L’attenzione delle aziende deve partire dalla selezione delle risorse: devono esserci dei criteri di buon senso con cui l’imprenditore associa le competenze della risorsa alla natura della mansione (considerando macchinario, sostanze, pericoli, rischi, percezione, …), garantendo un affiancamento e addestramento graduale.
La difficoltà nelle attività ispettive sta nel conservare un equilibrio: accompagnare l’azienda in un percorso di prevenzione con sistemi premianti e con rinforzi positivi da una parte; garantire sostenibilità all’ente ispettivo dall’altra.
Ecco il pensiero del Tecnico della Prevenzione dell’ULSS4 Pagliarin:
L’approccio ispettivo repressivo non è più attuabile: se noi pensassimo di fare vigilanza non potremmo mai visitare tutte le aziende del territorio. Non possiamo più intervenire solo con la vigilanza: è per questo che da qualche anno l’attività dello Spisal si basa su un tipo di approccio proattivo che si chiama piano mirato di prevenzione. Il piano di prevenzione è una campagna condotta sul territorio dall’organo di vigilanza: coinvolgimento ampio di imprese e lavoratori, possibilità di portare il processo di prevenzione dentro l’azienda dando consapevolezza all’interno delle aziende e di iniziare un percorso che evidenzia delle criticità. L’intervento del direttore Spisal Ulss4 Dott. Sullihttps://youtu.be/Hu7PgcAFaAg
Non è facile convincere gli imprenditori che l’azione ispettiva non sia solo di natura repressiva. I datori di lavoro vedono l’organo di vigilanza quando vanno a trovarli, più raramente si riescono a trovare momenti di incontro formativi a cui dedicare del tempo. Il datore di lavoro vede la sanzione, ma non percepisce l’attività premiale che valorizzi il buon operato e le attività di promozione istituzionale sono poco sentite e tutto quello che serve a promuovere la sicurezza passa sempre in secondo piano. Anche il decreto fiscale incentiva la parte repressiva, non la parte premiale. È utile la sospensione dell’attività imprenditoriale per il raggiungimento dell’allineamento normativa e di un comportamento sicuro? La sospensione dell’attività non va in questa direzione, è qualcosa di realmente strategico e dirompente perché serve a eliminare quelle situazioni di gigantesche irregolarità. Cosa può aiutare invece concretamente a far cambiare il comportamento delle imprese: la cultura della sicurezza. Non c’è una definizione unica della cultura della sicurezza: la possiamo intendere la modalità con la quale l’impresa o l’azienda affronta il problema della sicurezza sul lavoro. È quell’insieme di convinzioni, atteggiamenti, modi di fare, valori che sono condivisi da tutti gli attori che costituiscono l’azienda. Sostanzialmente è il modo in cui quell’azienda fa sicurezza, ed è quindi diversa da azienda a azienda. Il riassunto della giornata di Marco Inverso https://youtu.be/UIu3-zSYb3Y
Il 2021 è stato, per il mondo “sicurezza sul lavoro“, un anno ricco di novità normative e nuove indicazioni pratiche che dovranno essere gradualmente integrate nell’operatività di tutte le realtà aziendali. L’iniziativa è stata ideata per facilitare questo processo di integrazione e per allineare normativa, pensiero e visione degli enti ispettivi, indicazioni di consulenti e “addetti ai lavori”, operato delle aziende, comportamento dei lavoratori.
Lo scopo è quello di creare un confronto con casi pratici, andando oltre l’interpretazione teorica della normativa, permettendo al pubblico presente di esprimersi (anche con domande solitamente indiscrete), e ai relatori di evidenziare eventuali lacune operative abitualmente presenti nelle aziende.
Di seguito alcuni estratti degli articoli in cui abbiamo approfondito i temi del seminario: